LA SALUTE DEI CAPILLARI SANGUIGNI

L'insieme dei "VASI SANGUIGNI" grandi e piccoli forma il cosiddetto "sistema circolatorio sanguigno", sistema che serve per veicolare il sangue dal primo all'ultimo istante della nostra vita in ogni parte del corpo umano.

Per poter espletare tali funzioni, occorre necessariamente che il sistema sia provvisto di alcune funzioni fondamentali.
  • La prima è che esistano delle "strade" ben precise (vasi sanguigni) capaci di permettere lo scorrimento perenne del sangue in partenza ed in arrivo al cuore: ogni interruzione anche di una sola di queste strade deve necessariamente essere "by-passata" e riparata nel più breve tempo possibile al fine di mantenere costante ed ubiquitario il flusso ematico. 
  • La seconda funzione fondamentale è che il sistema sia "chiuso", vale a dire che non contempli nessuna "apertura" anche "temporanea" che permetta al sangue di fuoriuscire e disperdersi al di fuori dei vasi stessi. Ogni "rottura" di questo sistema chiuso causa una improvvisa fuoriuscita di sangue (emorragia) talvolta addirittura mortale (come ad es. la rottura di aneurisma di una grossa arteria). 
  • La terza funzione fondamentale è che esista una "pompa" (il cuore) capace, dall'inizio fino al termine della vita, di spingere il sangue in questo circuito chiuso. Ogni patologia acuta o cronica di questa pompa (ad es. dall'infarto alla ipertensione arteriosa) comporta una necessaria modificazione dell'intero sistema circolatorio mirata a contrastare questa temibile situazione.
  • La quarta funzione fondamentale è che esistano dei vasi che "portino" il sangue spinto dal cuore alla periferia (le arterie) , dei vasi che permettano il "rallentamento" della velocità del sangue necessario allo "scambio" delle sostanze nutritizie ed il "carico" delle scorie (i capillari) e dei vasi che "riportino" al cuore il sangue sfruttando diversi "gradienti di pressione" e l'attività dei muscoli (le vene).

VASI SANGUIGNI: distretto arterioso, distretto venoso, distretto capillare

Per intenderci e fare chiarezza, chiameremo questa differenziazione dei VASI SANGUIGNI con il termine di "distretto arterioso" tutte le arterie, "distretto venoso" tutte le vene e "distretto capillare" o "Microcircolo" tutti i CAPILLARI.
È proprio a livello di questi piccolissimi vasi sanguigni che avvengono i cosiddetti "scambi vitali". Qui il sangue deve necessariamente "rallentare" (spesso addirittura "fermarsi" per poi ripartire, come oggi ben documentabile con appositi esami specialistici) per consentire appunto questi scambi vitali fondamentali per la nostra vita. Per rendere ancora più chiaro questo importantissimo concetto, immaginiamo che il Microcircolo sia come le stradine strette che ci conducono ad es. a fare acquisti nel centro storico della nostra città:il motore della nostra macchina è paragonabile al cuore, la nostra macchina al globulo rosso.

Dunque il motore spinge la nostra macchina lungo le strade per raggiungere i negozi dalla periferia al centro (percorso "arterioso"). Le strade si restringono sempre più man mano che ci avviciniamo a quest'ultimo. La velocità della nostra macchina (velocità di scorrimento del sangue) deve necessariamente ridursi sempre di più man mano che ci avviciniamo al negozio prescelto, dobbiamo rallentare o fermarci ad alcuni incroci o semafori avendo o concedendo la precedenza (intersezioni di numerosi capillari), dobbiamo trovare adeguato parcheggio a disco orario (specifiche zone del capillare dove il globulo rosso può fermarsi senza alcun danno per sé o per la circolazione degli altri globuli rossi dentro il capillare stesso), scendere a fare acquisti (cessione di sostanze nutritizie) e ripartire di nuovo verso casa (percorso "venoso"). Spesso dobbiamo fermarci distanti dal negozio prescelto perchè non c'è parcheggio adeguato tale che non rappresenti un ostacolo al regolare flusso delle altre auto, esattamente come fa il globulo rosso andando a fermarsi in alcune specifiche aree del capillare capaci di consentire un flusso adeguato. Quali siano le regole che determinano "quanti e quali" (non tutti!) globuli rossi possano e debbano fermarsi in diversi punti specifici dei capillari senza creare danni gravi al microcircolo non è ancora oggi noto, così come è altrettanto ignoto conoscere quali siano le regole che determinano le "precedenze" alle varie intersezioni dei numerosi capillari nella zona stabilendo chi passi per primo o chi e per quanto debba fermarsi per far passare un altro globulo rosso. È probabile che alcune "zone" dei capillari siano in grado di modificarsi strutturalmente per consentire un adeguato e temporaneo "parcheggio" dei globuli rossi senza creare danni irreparabili, e che alcuni globuli rossi a loro volta siano in grado di modificare alcuni costituenti della propria struttura esterna ("disialogangliosidi", che funzionerebbero come vere e proprie antenne in grado di "riconoscere" tra l'altro anche specifici segnali emessi dalla parete del capillare) al fine di consentire un vero e proprio "parcheggio temporaneo-zona disco" tra microvaso e globulo rosso. Come intuibile si tratta di teorie ed ipotesi ancora al vaglio degli Studiosi, ma sembra che quanto descritto si avvicini di molto a quanto accade ogni secondo in numerosissime zone del nostro corpo, ed è esattamente quanto è possibile oggi vedere "in vivo" nel corpo umano utilizzando alcune tecniche sofisticate di indagine del Microcircolo sanguigno.
Oggi quindi sappiamo che il Microcircolo è esattamente importante tanto quanto il "grande" circolo sanguigno, anche se, per la verità, questo fondamentale concetto non sembra essere compreso da molti Medici ...

In senso generale, la SALUTE DEI VASI SANGUIGNI, sia "grandi" che "piccoli", è un concetto molto vasto e complicato che dipende da numerosissimi fattori.

Innanzitutto occorre che i vasi siano "sani" sin dalla nascita, o per meglio dire dalla loro "formazione" nel feto: esistono infatti regole ben precise che governano l'inizio ed il successivo sviluppo dei vasi sanguigni sia grandi che piccoli. In linea generale, e senza addentrarci in complicatissime discussioni, tutte le malattie o le malformazioni "congenite" od "ereditarie" dei vasi sanguigni portano, prima o poi, al "malfunzionamento" degli stessi, esitando in diverse patologie alcune delle quali risultano addirittura incompatibili con la stessa vita. Oggi sappiamo che tanto più gravi sono tali malattie o malformazioni quanto più precoci sono i segni ed i sintomi delle stesse. Ovviamente se ad es. ci troviamo di fronte ad un paziente di cinquant'anni, sarà molto remota la probabilità che soffra di patologie "congenite", e quand'anche soffra di queste patologie è chiaro ed evidente che il loro "grado di gravità" è talmente ridotto che gli ha permesso di vivere tranquillamente fino ad oggi.

Dunque, una volta formatisi, i vasi sanguigni sia grandi che piccoli devono necessariamente mantenere inalterato nel tempo il loro grado di "salute" per poter funzionare correttamente. Tutti i vasi sanguigni, sia grandi che piccoli, hanno una "struttura" ed una conformazione ben precise che devono necessariamente essere mantenute inalterate. Per poter fare una diagnosi corretta, occorre inoltre distinguere tra vasi "arteriosi" e vasi "venosi". Ad es. solo da poco tempo sappiamo che la sottilissima "membrana" che li riveste all'interno (l'endotelio) può andare incontro a numerose condizioni patologiche sia "acute" che "croniche" (le "endoteliti") capaci di alterare profondamente la stessa funzione del vaso, sia grande che piccolo.
Allo stesso modo, ci possono essere delle malattie che interessano la parete "esterna" del vaso sanguigno alterando profondamente la funzione del vaso, e questo sembra essere il caso di alcune malattie della Matrice Extracellulare oppure del sistema circolatorio linfatico, come vedremo meglio nelle apposite sezioni. Sempre per fare alcuni esempi, a seconda che si tratti di un vaso sanguigno venoso o di un vaso sanguigno arterioso possiamo trovarci di fronte a diverse malattie che coinvolgono la parte "muscolare" del vaso oppure la parte "valvolare" del medesimo, con segni e sintomi diversi, ben precisi ma spesso anche sfumati ed ingannevoli, che lo Specialista accorto ed esperto deve necessariamente saper individuare ed interpretare. Ci saranno quindi sintomi che ci indirizzeranno o verso il versante "arterioso" (ad es. restringimenti del diametro come nelle stenosi, riduzione della elasticità come nella arteriosclerosi, ecc.) oppure verso il versante "venoso" (insufficienza delle valvole come nelle varici, infiammazioni acute e croniche come nel caso delle flebiti, presenza di trombi con o senza infiammazione come nel caso rispettivamente di tromboflebiti o flebotrombosi, ecc.).

In linea generale, ogni "parte costituente" del vaso, dall'esterno all'interno, può andare incontro a malattie diverse.

Quando ciascuna di esse si manifesta spesso con segni e sintomi chiari ed evidenti, la diagnosi non risulta particolarmente difficile o complicata; al contrario, molto frequentemente questi segni e sintomi sono "sfumati", "confusi", poco "significativi", spesso addirittura "fuorvianti": in questi casi l'esperienza dello Specialista risulta fondamentale nell’indirizzare la diagnosi nella giusta maniera ed il paziente nella corretta impostazione terapeutica mediante specifici esami sia del sangue che "strumentali". Tutto ciò vale solo se esiste una contemporanea "salute" della pompa (cuore) che spinge il sangue nel perenne flusso all'interno del sistema circolatorio sanguigno chiuso: tutte le malattie cardiache comportano, prima o poi, gravi alterazioni dei vasi sanguigni sia grandi che piccoli conducendo a severe patologie circolatorie ad andamento sia acuto sia subacuto che più spesso cronico anche molto invalidanti per la qualità della vita. 

Un aspetto molto importante da chiarire subito è quello che le malattie "arteriose" creano grossi sintomi, anche dolorosi, mentre le malattie "venose" abbisognano di molto tempo prima di creare segni e problemi, esordendo quasi sempre nelle fasi iniziali senza sintomi a meno che non si tratti di eventi a carattere infiammatorio acuto o ripetitivo (recidivante): ciò fa sì che mentre per le patologie arteriose si ricorre al Medico od allo Specialista ai primi esordi dei sintomi, per quelle venose passino spesso alcuni anni dall'esordio alla visita, intervallo di tempo in cui costantemente ed inesorabilmente la malattia prosegue aggravandosi sempre più.

Spesso è il Medico stesso che "sottovaluta" il paziente che a lui si rivolge, giudicando "normali" alcuni sintomi molto sfumati come ad es. il modesto "senso di peso" serale alle gambe, il modesto "senso di gonfiore" agli arti inferiori o la comparsa di "piccolo gonfiore" (edema) al dorso del piede ("a cuscinetto puntaspilli") quando si sta in posizione eretta: purtroppo capita ancora molto frequentemente di sentirsi riferire dal Paziente che "mi ha detto il Dottore che avere un briciolo di gambe o piedi gonfi la sera è normale": un normale sistema circolatorio sia sanguigno che linfatico fa sì che proprio ciò NON accada, quindi se ci troviamo di fronte ad un paziente con questi sintomi "sfumati" e "leggeri" non abbassiamo mai la guardia ma iniziamo a pensare che qualcosa non funzioni più per il verso giusto.
ECODOPLER NEGATIVO, VASI SANI?
Una ulteriore ed importantissima considerazione, capace di risolvere spessissimo i casi clinici.
Anche quando abbiamo avuto il riscontro di un "ecodoppler alle gambe negativo" ciò NON significa che tutti i vasi sanguigni siano sani: in quel paziente risulteranno sani i "grandi" vasi esplorabili all'ecodoppler venoso, ma nel 99% dei casi saranno i "piccoli vasi", cioè il Microcircolo, ad essere malati, proprio quei piccolissimi vasi NON esplorabili dall'ecocolordoppler. Nella mia esperienza professionale di oltre trent'anni in ambito Angiologico, in più del 75% di questi casi di "ecocolordoppler negativo" aveva ragione il Paziente: il problema risiedeva proprio nel Microcircolo, ovverosia quella specifica parte del sistema circolatorio sanguigno che si può oggi studiare solo con specifiche indagini non cruente (senza aghi/siringhe/mezzo di contrasto) come vedremo nella apposita sezione di questa chiacchierata. Solamente avendo quindi una "visione completa" della "grande e piccola circolazione" potremo fare affidamento sulla nostra esperienza clinica che ci guiderà nel percorso diagnostico e nel conseguente approccio terapeutico adatto ad ogni singolo caso clinico.

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