Le malattie dei piccoli vasi sanguigni, ovverosia del Microcircolo, vengono definite, in ambito Medico, con il termine "MICROANGIOPATIE", parola derivante dal greco ("micro: piccolo; "angio: vaso; "patia": malattia).
Quasi sempre queste malattie "precedono" anche di anni quelle dei grassi vasi, e si caratterizzano per segni e sintomi molto precisi che oggi ben conosciamo poichè descritti in modo preciso nei Testi Specialistici Medici. Proprio perchè "materia specialistica", le Microangiopatie sono frequentemente quasi del tutto "sconosciute" da molti Medici e, purtroppo, anche da molti Specialisti che ancora pensano al Microcircolo come a qualcosa di "superfluo" o "non importante" rispetto al grande circolo.
Come magistralmente descritta dai Professori Piovella e Del Guercio, alcuni tra i Padri Fondatori della Scuola Microcircolatoria Italiana, si tratta di una Microangiopatia "distrettuale reattiva alla patologia venosa cronica degli arti inferiori soprattutto varicosa ma anche post-flebitica in cui il danno ipossico (ridotto apporto di ossigeno per la marcata stasi venosa) si associa al danno ipertensivo venoso (ipossia ¬+ ipertensione venosa)".
Oggi sappiamo che i meccanismi di "compenso" (condizioni circolatorie normali), "scompenso" (aumento esagerato del ristagno di sangue con grave sofferenza delle cellule) e di "ricompenso" (tentativo del sistema circolatorio linfatico di riportare la circolazione del sangue alla normalità) che sono alla base del "normale" circolo sanguigno vengono gravemente alterati dal cronico ristagno del sangue, e queste gravi alterazioni si possono trovare anche nelle fasi molto precoci della malattia.
Oggi ben sappiamo che il Microcircolo gioca un ruolo veramente decisivo nella "regolazione" dei meccanismi che controllano la pressione arteriosa ed il flusso periferico del sangue. È infatti a livello delle arteriole e delle più "infinitesimali" arteriole che si verifica l'aumento delle resistenze vascolari periferiche che caratterizza emodinamicamente l'Ipertensione Arteriosa.
Lo studio dei differenti segmenti vascolari ha chiaramente dimostrato come le piccole arterie (150-300 micron) e le arteriole "infinitesimali" (50-150 micron) contribuiscono rispettivamente per circa il 40% ed il 30% alla caduta della pressione ematica prima della reta capillare: è quindi proprio a livello di questi vasi definiti appunto "di resistenza" che si viene a generare la più elevata resistenza periferica nelle diverse forme di Ipertensione Arteriosa.
Il Diabete Mellito dà luogo ad una lunga serie di complicanze che ne aumentano, a lungo andare, sia la "morbidità" che la "mortalità". Queste complicanze compaiono in media 15-20 anni dopo il riscontro della malattia: tra queste complicanze la principale e la più temibile sembra essere proprio la Microangiopatia che colpisce numerosi organi ed apparati in tutto l'organismo.
Le complicanze "vascolari" del Diabete valorizzano la cosiddetta "ipotesi del glucosio", cioè sembra che esse siano la conseguenza dell'iperglicemia e di altri concomitanti "squilibri metabolici" legati alla carenza qualitativa e quantitativa dell'insulina. Gli studi condotti sull'uomo possono solamente valutare l'ipotesi se il trattamento terapeutico precoce sia o no in grado di "prevenire" e/o ritardare il "danno microangiopatico".
La "Microangiopatia Aterosclerotica" tipicamente si sviluppa a livello dei cosiddetti "vasi di resistenza".
Il processo aterosclerotico, come oggi noto, dipende da molti fattori spesso "concausali" che procedono ciascuno "per la propria strada" ma che contribuiscono a "cronicizzare" ed a mantenere il processo patologico.
L'"ispessimento" della parete arteriolare comporta ovviamente tutta una serie di modificazioni del microvaso in ogni sua parte costituzionale.
Senza entrare nei dettagli tecnici, possiamo oggi sicuramente affermare che il flusso endoluminale appare spesso "disritmico", vale a dire che ci possono essere numerosi microvasi in cui i flussi sono "ritmici" accanto ad altri in cui si osservano flussi totalmente "disritmici", spesso "turbinosi", con movimenti "va e vieni" alternati ad improvvise "accelerazioni" seguite da altrettanto improvvisi "stop".
Ritengo opportune alcune brevi considerazioni di carattere generale prima di entrare nel "dettaglio".
Oggi forse come non mai si sente sempre più frequentemente parlare di "invecchiamento". Questo termine viene spesso usato a sproposito anche in numerosi campi medici, con il risultato di generare da un lato una maggiore confusione scientifica e dall'altro di far nascere falsi "miti" o "leggende" di "lunga vita" nei pazienti che "temono di invecchiare".
Con tutta onestà dobbiamo dire che non esistono pozioni miracolose o terapie che "blocchino" l'invecchiamento: possiamo invece chiederci se sia "normale" invecchiare "precocemente" oppure no. In altre parole, secondo la mia esperienza clinica (di oltre 35 anni…) esistono diversi "tipi" di invecchiamento.
Un altro grande gruppo di Microangiopatie da ricordare qui brevemente è quello delle cosiddette "Acrosindromi Vascolari", vale a dire tutte quelle malattie vanno a colpire gli arti sia superiori che inferiori a livello dei piccoli vasi e che si manifesta con diversi sintomi tra cui "mani e piedi freddi": negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio incremento esponenziale di queste "acrosindromi vascolari" soprattutto focalizzate sul cosiddettto "Fenomeno di Raynaud", e nella pratica clinica sono sempre più numerosi i pazienti, sia maschi che femmine, che richiedono consulto specialistico per accertamenti riguardo appunto al "FENOMENO DI RAYNAUD".
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